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Il contesto

L’I.I.S. “Federico II di Svevia”, articolato negli indirizzi Scientifico, Scienze applicate, Classico, Linguistico e Artistico, con la sua lunga tradizione, rappresenta un punto di riferimento nella formazione intellettuale e culturale del Vulture-Melfese. Questa area, ex comprensorio di Melfi, è situata nel Nord della Regione Basilicata ed è costituita da 21 comuni. Nel corso della prima metà degli anni ’90, l’attività manifatturiera ha ricevuto un notevole impulso (l’occupazione è più che raddoppiata, ed anche i servizi alle imprese sono aumentati del 50%). Lo stabilimento SATA di San Nicola di Melfi e il suo indotto, la corsetteria nel comune di Lavello e le aziende agroalimentari stabilitesi nella zona dopo il 1990 hanno assorbito una ingente quantità di popolazione attiva disoccupata e in cerca di prima occupazione. Pertanto l’area ha conosciuto un periodo di crescita economica (maggiore numero di occupati e maggiore reddito rispetto al passato) che ha consentito di contenere gli effetti del calo demografico, che ha infatti raggiunto livelli molto più alti nelle in altre zone della regione. L’area del vulture melfese è stata quindi, a lungo un’isola felice della regione, con un tasso di occupazione tra i piu’ elevati della regione. Anche il livello di istruzione della popolazione si colloca al di sopra della media regionale, data la capillare presenza di Istituti di Istruzione Superiore sul territorio. Purtroppo, però proprio per questo periodo di prosperità, l’area oggi subisce più di altr le conseguenze delle crisi determinate dalla pandemia di COVID 19 e della successiva crisi dovuta allo scoppio della guerra in Ucraina con la conseguente crisi energetica. La chiusura di diverse attività e il lungo blocco della produzione del gruppo Stellantis, ha acuito il problema che già affligge tutta la regione, dello spopolamento. Gli studenti che si diplomano lasciano questa terra sia per continuare gli studi universitari, sia per cercare lavoro dato l’alto tasso di disoccupazione. La popolazione scolastica quindi diminuisce ogni anno di più. Pochissimi studenti, una volta lasciata la regione, vi fanno ritorno, contribuendo in maniera sempre piu’ rilevante all’invecchiamento della regione. La carenza di occupazione non consente nemmeno la compensazione demografica attraverso l’immigrazione straniera, dato che la Basilicata ha la percentuale di immigrazione tra le piu’ basse di Italia.

L’IIS insiste su un’area geografica piuttosto ampia e il tasso di pendolarismo riscontrabile è, pertanto particolarmente elevato. I tempi di percorrenza per raggiungere l’istituto sono altamente variabili: la distanza e la scarsità dei collegamenti pubblici penalizzano coloro che provengono dai comuni più lontani. Il sistema dei trasporti risulta ancora scarsamente adeguato alle esigenze dell’utenza (pochi autobus a fronte di una utenza molto numerosa). Le attività pomeridiane sono poi rese quasi impossibili per l’utenza pendolare dalla pressoché totale assenza di autobus dopo le ore 15.30. Com’è facilmente intuibile, tutto ciò può incidere negativamente sul rendimento scolastico degli alunni in quanto assorbe una quota non irrilevante delle loro energie psicofisiche e sottrae una fetta importante al loro tempo di studio.

La nostra è una scuola che desidera: – dare vita ad una scuola dinamica e viva, nella quale si apprende attraverso un processo di partecipazione attiva del sapere e non per ricezione passiva di informazioni; – essere pienamente formativa e in grado di promuovere, attraverso una pluralità di saperi, di progetti, di integrazioni curricolari e di esperienze significative, la maturazione globale della personalità dei propri alunni. Necessariamente deve, quindi muoversi e proiettare le proprie aspettative verso i seguenti obiettivi/traguardi: – ampliare e accrescere l’apertura mentale, partecipando a reti territoriali, interregionali, europee e di cooperazione internazionale; – potenziare l’organizzazione scolastica, migliorando e incrementando la leadership diffusa; – migliorare la gestione economica, ottimizzando risparmi, investimenti e ricerca di fondi; – accrescere lo stile professionale dei docenti, riconoscendo la necessità della formazione e dell’aggiornamento del personale; – prevenire e recuperare la dispersione scolastica e l’insuccesso formativo, includendo le diversità; – istituire relazioni umane che facilitino, all’interno della scuola, il processo di insegnamento-apprendimento; – progettare percorsi educativi e didattici che offrano opportunità di apprendimento a tutti gli alunni; – ampliare l’offerta formativa per educare alle pari opportunità e alla parità tra i sessi e prevenire qualsiasi forma di violenza, rafforzando la memoria e l’identità, il senso di appartenenza alla comunità sociale e civile; – potenziare la struttura logistica e la sua organizzazione, curando l’ambiente d’apprendimento e il clima scolastico; – attivare sinergie tra soggetti istituzionali e non; – integrare scuola e territorio, rispondendo alle esigenze e alle aspettative delle famiglie; – rispondere alla locale domanda di formazione per assicurare una solida preparazione culturale.

E’ chiaro, dunque, che essa identifica la propria vision nella dimensione inclusiva e sostenibile anche perché è convinta che “…è necessario insistere nella scuola italiana e nella nostra scuola del sud dell’Italia che anche rispetto alla media nazionale evidenzia risultati inferiori, su quelle che sono le cinque priorità individuate dal gruppo di lavoro Goal 4 per l’Italia – Agenda ONU 2030 (rafforzare gli apprendimenti e le competenze, ridurre ulteriormente la dispersione, continuare ad insistere sull’inclusione, fare istruzione per gli adulti, avere dei programmi seri di educazione allo sviluppo sostenibile e alla cittadinanza globale)…” L nostra scuola si prefigge di essere una Istituzione che valorizza la formazione dello studente, il suo diritto al successo formativo, alla crescita personale ed alla qualificazione culturale e si propone di offrire alla propria utenza scolastica un progetto educativo integrato. Sul piano educativo, tale progetto, oltre che fare affidamento sugli apporti esterni offerti dal territorio, sulle attività di ampliamento e integrazione dell’offerta formativa e su un auspicabile coinvolgimento delle famiglie, individua nelle valenze formative dei cinque Licei, i cui indirizzi curricolari vengono debitamente orientati e potenziati, le risorse culturali per una educazione permanente. In un panorama socio-culturale in cui la rapidità dei mutamenti in atto s’incrocia con gli stimoli conoscitivi provenienti dai nuovi saperi, si pone l’esigenza di una scuola che sappia aprirsi al nuovo senza perdere il senso di continuità proprio dei processi educativi.